di: Valle del Treste

CARUNCHIO

Carunchio


Carunchio è un borgo medievale posizionato alla destra del fiume Treste, arroccato su una collina a 714 m s.l.m., offre un panorama suggestivo che si estende dalla Maiella al Gargano. La menzione più antica di Carunchio risale al 1173 in una bolla papale in cui si include l'eccelsia sancte Marie de Carunchi nella diocesi di Chieti. Durante il corso dei secoli, la storia del paese si intreccia con quella di nobili famiglie feudatarie che ne influenzato il destino, tra queste si ricordano i potenti d'Avalos, i baroni Marinelli ed infine i principi Caracciolo, discendenti del re di Napoli.

Uno dei momenti più significativi nella storia di Carunchio risale al XVI secolo, quando l'abitato fu trasferito nell'attuale sito per difendersi meglio dalle incursioni saracene e slave. La struttura del villaggio offre una visione affascinante del suo passato medievale e della sua evoluzione nel corso dei secoli. Sviluppato ad anelli concentrici sfalsati in quota e convergenti verso la parte più alta, dove un tempo sorgeva il castello le cui rovine ancora persistono, il borgo mostra un'organizzazione urbanistica strategica e difensiva. Un'immagine vivida della vita quotidiana nel periodo medievale è data dai numerosi sottoportici, dai ruderi della torre campanaria e delle case-mura. Preziose testimonianze dell'antico splendore di Carunchio sono anche le due porte sopravvissute dell'antica cinta muraria, Porta Coluccia e Porta Nocicchia o Porta Grande; mentre la parte più alta del borgo è occupata dal palazzo fortificato Turdò, oggi trasformato in struttura ricettiva, e dal Palazzo Castelli del quale si conservano importanti resti.

Le attività rurali di Carunchio, come l’agricoltura e la pastorizia, svolgono da tempo un ruolo significativo nell'economia locale e, probabilmente, è proprio da queste che ha origine il nome.  Sembra infatti che il toponimo Carunchio derivi da Carunca, variante del termine Carruca, che sta per Aratro

Punti di Interesse

La Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, risalente al barocco seicentesco, è uno dei monumenti più emblematici del paese, al suo interno sono presenti un magnifico organo del XVII secolo, il coro ligneo e diversi affreschi che decorano il soffitto. Il portale, realizzato nel 1756, è un'opera pregevole in pietra scolpita realizzata dagli artisti molisani, i Calvitti di Pescopennataro.

Un'altra gemma è situata nella piazza del paese, si tratta della Chiesa di Sant'Antonio, conosciuta anche come del Purgatorio in quanto in epoca medievale destinata alle funzioni funerarie, era situata fuori dalle antiche mura all'interno di un'area cimiteriale. La trabeazione del portale reca la data del 1504, ma lo stile gotico suggerisce un'origine ancora più antica; una volta dentro, ci si immerge in uno splendido ciclo di affreschi risalenti al 1400. 

Infine, un tassello che si aggiunge al patrimonio religioso del paese riguarda la Chiesa di Santa Lucia. La leggenda narra che sia stata costruita in soli otto giorni come segno di riconciliazione, su un terreno donato da Francesco D'Avalos, barone di Carunchio e duca di Celenza, insieme ad Assunta Caracciolo.

 

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