Cenni Storici 

Tufillo, da tufus-tò - zolla di terra, pietra arenosa - è un piccolo borgo fortificato che sorge a 578 m s.l.m. inserito in una cornice naturalistica di grande pregio, caratterizzata da lembi di macchia mediterranea e boschi di latifoglie. Il paese si sviluppa in lunghezza sul crinale con caseggiati a pettine disposti su un asse orientato a nord-ovest/sud-est, perpendicolare alla vallata del fiume Trigno, non lontano dal mare e con una stupenda vista sulla Maiella. 

Il territorio era storicamente abitato dai Frentani, un popolo italico che viveva lungo la costa adriatica centrale, tra i fiumi Foro e Fortore. Prima della dominazione romana, i Frentani si insediarono in diverse località, incluso Monte Farano, dove sono state trovate importanti tracce archeologiche. Una leggenda locale racconta che Monte Farano fu abbandonato per un'invasione di formiche che distrusse gli edifici, portando alla fondazione di Tufillo. In realtà l’insediamento italico-romano, ormai ridotto allo stato ruderale, fu abbandonato e la popolazione si spostò per costituire un nuovo insediamento in un luogo climaticamente più agevole.

La vallata del Trigno ha giocato un ruolo cruciale nel garantire la continuità degli insediamenti umani durante l'epoca romana e altomedievale. Incorporata nel Ducato di Benevento con l'invasione longobarda, Tufillo passò alla Contea di Theate (Chieti) con la riconquista franca. Un evento chiave nella storia di Tufillo fu nel 1655, quando il marchese Carlo Bassano di Vasto prese possesso della Terra dei Tufilli. La famiglia Bassano, potente e influente, mantenne il dominio fino alla fine del Settecento, avviando un significativo programma di riqualificazione urbanistica e architettonica che modellò il volto moderno del paese.

Punti d’interesse

Camminando per le strette viuzze del centro storico, si incontra il Palazzo Bassano, riedificato in stile tardobarocco e neoclassico. Ora sede Comunale, il palazzo accoglie al suo interno la Mostra Archeologica con reperti rinvenuti sul Monte Farano, risalenti dall'età del ferro fino all'ultima fase della civiltà italica e all'Impero Romano. Tra i ritrovamenti esposti vi è una copia fedele della celebre chiave bronzea votiva rinvenuta nel 1933 e dedicata alla dea Herentas. Questa chiave porta un'iscrizione in lingua osca, una lingua indoeuropea diffusa tra le popolazioni italiche, che recita: "Herettates: sum/ agerllud", traducibile come "di Herentas sono/e provengo da Agello". Questo suggerisce che Agello potrebbe essere il nome di un antico insediamento frentano dove era vivo il culto della dea Herentas, associata ad Afrodite.

Posta sul punto più alto del borgo si trova la chiesa di Santa Giusta, dell’antico impianto romanico-gotico resta il solo portale di pietra scolpita risalente al XIII secolo inserito nella facciata riadattata nelle forme barocche settecentesche. 

Uscendo dal borgo è possibile vedere la Fontana Grande, il cui impianto sembra riferirsi al XV secolo e riedificata dai Bassano nel 1761. Usata un tempo dai Tufillesi per gli approvvigionamenti domestici, per il lavaggio dei panni e come abbeveratoio degli animali.

Un'interessante attrazione naturalistica della zona è il Sentiero Maurizio Salvatore, un percorso di circa 21 km che circoscrive il versante sud-est di Monte Farano. Realizzato dalla Sezione CAI di Vasto, l'Associazione Maurizio Salvatore e l'Amministrazione Comunale di Tufillo in memoria di Maurizio Salvatore, socio appassionato scomparso prematuramente.